Di: Elena Maria Leoni

Ah, è stupendo Platone: le anime, quando il corpo muore, volano nell’iperuranio (l’unico mondo reale, quello delle idee, della conoscenza) e, come fossero dei carri alati, si mettono dietro ai carri degli dei e da lì, ogni tanto, scorgono le idee ( la verità, il bene, la conoscenza). Poi quando si reicarnano, tornano sulla terra, nel mondo sensibile ( quello delle opinioni, delle ombre, delle proiezioni della realtà) e, a causa dei sensi, si dimenticano di aver visto le idee, e identificano la realtà col mondo sensibile. Quindi la nostra anima ha una conoscenza innata, ma se la dimentica. Apprendere, è, dunque, ricordare. Da qui l’intervento del filosofo, che ci aiuta a ricordare quello che già sappiamo ma abbiamo dimenticato. Evviva Carlo, nostro filosofo, amante della sapienza, che ci guida verso la conoscenza , la quale ( come invece diceva Socrate) è conoscenza di noi stessi, cura dell’anima nostra.